
Grandi Fotografi: Elliott Erwitt
di Valentina Presentini
Uno dei più prestigiosi testimoni della nostra epoca. Attraverso i suoi reportage ha mostrato con l’occhio sublime della macchina fotografica gli eventi del costume, della politica e della società del XX secolo.
Elio Romano Erwitt nasce a Parigi, il 26 luglio 1928 da genitori ebrei di origini russe. Suo padre Boris è uno studente di architettura, sua madre Evgenia proviene da una ricca famiglia moscovita. Erwitt passa la sua infanzia a Milano, ma a causa delle leggi razziali fasciste gli Erwitt si trasferiscono prima in Francia e poi negli Stati Uniti.

A New York Elio Romano Erwitt, che parla Russo, Italiano e Francese ma non una parola di Inglese, diventa all’anagrafe Elliott Erwitt. Dopo pochi mesi si spostano a Los Angeles. A Hollywood trascorre la sua giovinezza, lavorando come stampatore in uno studio fotografico, nel doposcuola. Acquista la sua prima macchina fotografica, una Argus, a seguire una Rolleiflex.

Nel 1948 torna a New York, dove per mantenersi agli studi presso la New School for Social Research, lavora come portinaio. In questo stesso periodo incontra Robert Capa, Edward Steichen e Roy Stryker, ex direttore della Farm Security Administration. Quest’ultimo lo assume alla Standard Oil Company con l’incarico di documentare la città di Pittsburgh.

Nel 1949 viaggia in Italia e in Francia per poi rientrare negli Stati Uniti. Nel 1951 presta servizio militare per l’Esercito Statunitense nelle basi del vecchio continente. Rientrato dal servizio militare, nel 1953 viene invitato da Robert Capa a entrare a far parte dell’agenzia Magnum. Lo stesso anno sposa Lucienne van Kam, una ragazza olandese conosciuta in Francia. E’ un periodo fiorente. Come freelance Erwitt collabora con riveste come Life, Look, Holiday. E’ il periodo in cui le riviste illustrate iniziano ad avere un grande impatto.

Dal 1968 al 1971 è presidente della Magnum.
«Manipolare una foto non è un fatto nuovo, adesso è solo più facile e tutti lo possono fare. Una volta era più difficile e costoso, ma era una pratica comune nella moda e nella pubblicità. Quello che è intollerabile oggi è far passare una foto manipolata per una vera».

Viaggia per tutto il mondo e ritrae i grandi personaggi del jet-set internazionale come Marilyn Monroe, Jack Kerouac, Grace Kelly, Che Guevara, J.F. Kennedy, Marlon Brando, Charles De Gaulle, Nikita Kruscev, Richard NIxon.

Negli anni ‘70 realizza una serie di documentari ma celeberrimi diventano i suoi scatti in bianco e nero dedicati al mondo dei cani che riesce a ritrarre con spirito ironico e surreale, diventando un pioniere di questo stile.

«Le fotografie si possono trovare ovunque. Bisogna semplicemente notare le cose e organizzarle. Ma soprattutto bisogna avere cura di ciò che ci circonda e avere interesse per l’umanità e la commedia umana».


