
VIA DALLA PAZZA FOLLA: UNA RIBELLE IN CRINOLINE
Visualizzate la campagna inglese ed i suoi manieri al loro massimo splendore, e ancora i dipinti dei maestri preraffaelliti animarsi sullo schermo, come se i personaggi uscissero dalla tela per muoversi e parlare. Siamo nel 1800, la pellicola è tratta da uno dei più famosi romanzi di Thomas Hardy: Via dalla pazza folla.Bathsheba, la protagonista di questo racconto, è una ragazza di umili origini ma forte di temperamento, volenterosa e non di meno bellissima, tanto da avere una schiera di corteggiatori, che lei rifiuta puntualmente. Rimasta orfana dei genitori molto piccola, è abituata a cavarsela da sola e considera il matrimonio un vincolo troppo stretto, in contraddizione con la sua natura libera. – “Mi sposerò soltanto quando un uomo riuscirà a domarmi, quel tempo ancora non è arrivato.” –
Il suo destino cambia in modo radicale quando un lontano zio le lascia in eredità una fattoria ed una magnifica residenza; ora è diventata una donna ricca. Ma non occuperà il suo tempo a ricamare fazzoletti, al contrario, spinta dal suo spirito indipendente, si rimbocca le maniche per coltivare i campi e occuparsi degli animali, al pari dei suoi braccianti, che tratta con rispetto e cortesia, venendo ricambiata con premurosa stima.
Gabriel, il nuovo aitante e tenebroso fattore è innamorato di lei da tempo, ma consapevole della sua condizione, decide di starle accanto, proteggerla come suo fedele secondo e nulla più.
Bathsheba sfida nuovamente le convenzioni sociali dell’epoca e invece di mandare un incaricato come si converrebbe, si presenta in prima persona all’annuale vendita ufficiale del raccolto, capeggiata da soli uomini, riuscendo dopo una iniziale indifferenza, a farsi valere e a piazzare i frutti del suo lavoro.

Le stagioni scorrono serene fino ad un incontro casuale nel bosco intorno alla fattoria, mentre lei passeggia di guardia. Il suo vestito si impiglia in uno sperone. E’ sera inoltrata, la luce di una lanterna illumina la sagoma di un affascinante soldato in uniforme rossa.
“Scusate, mi sono perso. Lasciate che Vi aiuti. Non ho mai visto un viso tanto grazioso come il Vostro.” –
Questo tipo di conversazione è sconveniente per la Signorina Everdene ma Troy nei giorni successivi riesce a strapparle un appuntamento, rapito dalla sua bellezza. Quello che succederà ha qualcosa di imprevisto, un gioco ammaliante che fa abbassare le difese della ragazza, poi un bacio rubato con tutta l’ irruenza della gioventù. Bathsheba è sopraffatta, dunque è questo l’amore che lei ha sempre negato?
Sorpresa perfino di sé stessa, decide di capitolare e accetta la sua proposta di matrimonio in preda ad una folgorante infatuazione. Tutto sta accadendo troppo in fretta, il bel marito si rivelerà presto una canaglia che non ha voglia di lavorare, beve e fa debiti di gioco.
Thomas Hardy applica quella equazione matematica universalmente temporale che vede una donna innamorarsi sempre del bello e dannato di turno, ossia l’uomo sbagliato.
“Sembra che piangere sia diventata un’abitudine, prima non mi succedeva mai” – confessa lei alla sua amica.

C’è di più, Troy nasconde un segreto: nella sua vita c’è stata un’altra sposa promessa che ricompare anni dopo, una fanciulla caduta in miseria da una sfortunata circostanza avvenuta contro la volontà di entrambi. I due vogliono ricongiungersi, lui è pronto ad abbandonare la moglie e riprendersi la prima amata, al costo di diventare violento.
La straordinaria forza d’animo di Bathsheba sarà sufficiente a scampare questo pericolo? Dalla sua parte ha sempre Gabriel, e anche un nobile gentiluomo che ha vegliato su di lei con discreto riguardo.
L’attrice Carey Mulligan, collaudata interprete di eroine ottocentesche, ci regala una performance intensa e delicata al tempo stesso, proprio come il suo personaggio, una donna non subordinata alla volontà maschile, nell’era Vittoriana. E’ un’opera cinematografica stilisticamente impeccabile, che risulta deliziosa e scorrevole allo spettatore.
“Far from the madding crowd” – Regia di Thomas Vinterberg, 2015
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